Misveglio disoprassalto al suono delle persiane che sbattono. Poco dopo cominciano a cadere anche i chicchi di grandine. Uno, due, tre… Improvvisamente, il diluvio…assordante. Guardo l’ora, 1:50. Ilrumore si intensifica. Intorpidita dal sonno, mi alzo e vado alla finestra. E lì, la paura si impossessa del mio stomaco. Non ho mai visto nulla di simile. Non riesco a capire cosa sta succedendo. Tutto succede così velocemente, è tutto così confuso; pioggia, vento, grandine, vento, pioggia. Più veloce, più forte, ancora più forte. Continuo a dirmi che sono al sicuro, alcaldo a casa, in Svizzera,che non mi potrà succedere nulla, ma… niente; la paura attraversa il mio corpo. Ho voglia di piangere.
Paura, quando penso che il mio futuro è molto probabile che assomigli a questo. Ai diluvi. Alle tempeste. Laghi e fiumi che stanno per straripare. Alberi sradicati. Coltivazioni devastate. Ripetuti avvisi di maltempo. Le sirene dei vigili del fuoco. Paura, quando penso al mondo devastato che sta prendendo forma davanti ai miei occhi.\

La paura quando nella mia mente ripasso le immagini degli ultimi giorni: la città di Lytton in Canada distrutta dal fuoco, gli incendi boschivi in California, le inondazioni in Belgio e Germania, la carestia in Madagascar, ilcaldo record nella Death Valley. La voglia di piangere. Per paura, ma anche per l’ingiustizia, l’incomprensione e l’impotenza. Mi sento così sopraffatta. Possiamo ancora evitare il peggio? Cosa posso fare per evitare di lasciarmi prendere dal senso d’impotenza? Cosa posso fare io, sola in questo appartamento, per rimediare in qualche modo a questo disastro? E, di fronte a questa catastrofe, dove posso trovare l’energia per combattere ed agire?\

La tempesta è passata come è arrivata, la grandine ha lasciato il posto alla pioggia. Torno a letto, il mio corpo scosso dalle emozioni, la mia testa piena di domande. Ma sono anche sopraffatta da un’ovvietà: di fronte alla grandezza del compito, ribellarsi in massa misembra l’unica soluzione. E perché? Perché l’aggravarsi dell’attuale crisi climatica dipende dalla velocità con cui si trasforma la società. E la velocità con cui la società si trasforma dipende da quante persone lo richiedono. Quindi…uniamoci! Incontriamoci a Zurigo il 3 ottobre e rifiutiamoci di muoverci finché il governo non dirà la verità sul pericolo esistenziale in cui siamo. E fino ad allora, troviamo - insieme - dalle nostre paure, dalle nostre grida e dalla nostra impotenza, la forza per agire e ribellarci. Per la nostra sopravvivenza e quella dell’intero pianeta.

Maria, ribelle da Zurigo

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Ti riconosci in queste righe ed in queste emozioni? Sentirsi in ansia per il degrado degli ecosistemi ed il cambiamento climatico è di per sé abbastanza razionale, visti i loro effetti molto negativi sul benessere umano. Si chiama eco-ansia.
E cisono due modi per superarla: parlarne ed agire.

Parlane!

  1. invita i tuoi amici ed amiche a fare insieme un cerchio d’empatia
  2. Scrivi al nostro team di cultura rigenerativa (xr-regenculture@protonmail.com),per scoprire i prossimi eventi vicino a te o online.
  3. Se sei più timido-a,condividi questo video o la petizione a sostegno della ribellione sui social network per iniziare la discussione online intorno a te.

Più parliamo della catastrofe climatica, più troveremo la forza di combatterla!

Agire! Trasforma la tua ansia in azione e raduna le persone intorno a te. Mobilita la tua famiglia, gli amici e le amiche, i e le vicini-e ed i colleghi e colleghe. Racconta loro dell’emergenza e della ribellione di ottobre. Come si può fare? Motiva un piccolo gruppo di tuoi e tue conoscenti (ad esempio 6 o più) ed il team di Mobilitazione manderà un-a ribelle ad incontrarvi! Questa persona avrà il background per rispondere alle vostre domande sull’emergenza climatica ed ecologica, la storia della disobbedienza civile, perché e come funziona, e soprattutto… come prendere parte alla ribellione di ottobre! Interessato-a alconcetto? Basta inviare una mail a Cécile a massmobilizationch@riseup.net

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« Sono in grado di vedere che il mondo non va bene. Sono persone sane in un mondo che non sa di essere pazzo. » Charline Schmerber, sugli eco-ansiosi.

Con amore e rabia,\

Mélanie, Maria & Anaïs, per il team della newsletter Team di traduzione: Giorgia e Sabrina